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Tecnica
Canbio: intelligenza distribuita al servizio delliniezione
Negri Bossi ha rinnovato la serie di macchine di piccole tonnellaggio introducendo
il protocollo di trasmissione CANbio, che semplifica il cablaggio dei componenti
oleodinamici. Il risultato? Macchine più semplici, efficienti e affidabili allo stesso
prezzo delle precedenti
Viste di sfuggita non sembrano cambiate, ma le nuove presse di piccolo e medio
tonnellaggio Canbio presentate da Negri Bossi alla K98 sono profondamente diverse
dalle precedenti NB2. Il segreto sta nel cervello, anzi nel sistema nervoso delle
macchine, che si avvale nellinedito (quanto meno sulle presse ad iniezione)
protocollo di comunicazione CANbus. Per apprezzare la differenza occorre guardare più
attentamente i cablaggi, meglio ancora aprire larmadio elettrico e, solo allora, ci
si accorge che manca qualcosa di familiare, ovvero il groviglio di fili, schede e
connettori. Questo perché con il sistema CANbus un solo cavo è sufficiente a collegare
lunità di controllo con trasduttori, pompa e distributore variabile. Esaminando con
maggiore attenzione si possono notare anche altre piccole migliorie, come il cilindro
bimetallico, il piano portastampi rettangolare e i tubi flessibili che adducono il fluido
agli impianti oleodinamici.
Nato per lautomobile
Il nome è forse ostico, ma tutti abbiamo a che fare quotidianamente con il protocollo
CANBus, dato che sulle auto è presente da oltre dieci anni, per esempio nel controllo di
airbag e ABS. Bosch ha sviluppato questo sistema a metà degli anni Ottanta per cercare di
mettere ordine nel crescente groviglio di cavi che rischiava di soffocare limpianto
elettrico dei veicoli, gravato da dispositivi sempre più complessi. Così, invece di
controllare centralmente un numero crescente di periferiche "stupide" si è
pensato di renderle più autonome limitando al minimo il flusso di informazioni, che a
questo punto poteva essere trasmesso attraverso un solo cavo. Per far ciò, buona parte
dei calcoli necessari a compiere un determinato compito è affidato ad una centralina
elettronica integrata sul dispositivo, che riceve ordini dallunità di controllo
centrale e comunica il buon fine delloperazione. "E come avere un
collaboratore affidabile al cento per cento nota Alessandro Maggioni della Negri
Bossi E sufficiente controllare di tanto in tanto che sia ancora in vita".
Lapplicazione della tecnologia CANBus allo stampaggio ad iniezione è recente, ma
non completamente inedita. Negri Bossi, per esempio, utilizza questo sistema sulle presse
V370 e V480 per il comando dei trasduttori, ma come nota Maggioni "le
Canbio sono le prime presse ad i9niezione che sfruttano il protocollo CANBus per il
collegamento di tutti i dispositivi oleodinamici". Tanto è vero che per mettere a
punto la pompa a portata variabile ed il distributore proporzionale Bosch e Negri Bossi
hanno formato un gruppo misto di ricerca.
Sebbene esistano altri protocolli di comunicazione, Negri Bossi ha scelto CANBus in quanto
Bosch era già un fornitore dellazienda milanese, ma soprattutto perché questo
sistema si è dimostrato il più adatto per le presse ad iniezione, considerando i
requisiti tecnologici ed il costo di produzione, che nel caso di una macchina di piccole
dimensioni è un fattore cruciale. "Volevamo proporre qualcosa di nuovo e al tempo
stesso utile, mantenendo però il costo delle nuove macchine allineato a quello delle NB2
- spiega Maggioni E ci siamo riusciti: il progetto costruttivo è stato
semplificato, le macchine sono più affidabili ed efficienti, la manutenzione ridotta e la
diagnosi facilitata, senza un aggravio dei costi di produzione".
Come funziona
Per capire come funziona il protocollo CANBus occorre partire da una pressa
tradizionale. Lunità di controllo elabora i parametri di processo, le ricette, le
condizioni di stampaggio e comunica ai diversi componenti della macchina cosa devono fare.
Queste istruzioni, elaborate in formato digitale, vengono prima trasformate in segnali
elettrici e quindi trasmesse ai singoli componenti che, a loro volta, devono decodificare
le variazioni di voltaggio del segnale in comandi operativi. Dato che il segnale elettrico
viaggia su un cavo e più segnali inviati contemporaneamente possono creare confusione,
per controllare i dispositivi principali di una pressa occorrono numerosi cablaggi, che
sommati insieme diventano chilometri di cavi elettrici. Il protocollo CANBus consente
invece di inviare informazioni "in chiaro", direttamente sotto forma di
grandezze fisiche (mm, m/s ecc.); gli organi meccanici quali pompa e distributore ricevono
questi input e, grazie ad un microprocessore integrato, operano in maniera autonoma,
riportando allunità centrale solo i parametri essenziali (misurazioni, avvenuta
operazione, stato operativo). Dato che il flusso informativo è più snello, un solo cavo
è sufficiente a collegare tutti i dispositivi.
Sembra cosa da poco, ma questa "piccola" innovazione ha consentito di
semplificare limpianto elettrico, eliminare cavi e schede, ridurre i problemi dovuti
alle interferenze elettromagnetiche e alla conversione tra segnali analogici e digitali,
implementare sulle macchine un PCL standard; interventi che hanno consentito di ridurre i
costi di produzione ammortizzando così il maggior contenuto tecnologico.
Sulle presse Canbio il protocollo CANBus è utilizzato per cablare i trasduttori, la pompa
ed il distributore proporzionale, ma in futuro si potrebbero aggiungere anche altri
elementi, quali periferiche e accessori. Significativo è lintervento sui
trasduttori che, come sulle presse V370 e V480, sono di tipo magnetostrittivo; in termini
pratici ciò significa una riduzione del numero dei componenti da cinque a due (uno per
chiusura/estrazione, laltro per iniezione/carro), maggiore precisione e
ripetibilità, possibilità misurare la forza di chiusura dello stampo (con una
risoluzione di 2 micron) senza la necessità di un componente dedicato. Nei trasduttori
magnetostrittivi la misura avviene senza contatto: dalla testa del sensore parte un
impulso che, quando incontra il magnete di posizione, genera un campo magnetico; questo, a
sua volta, crea un impulso di torsione sullo stelo guidaonda. Misurando il tempo tra
linvio del primo segnale e la rilevazione della torsione sullo stelo è possibile
calcolare esattamente la posizione del magnete. Inoltre, il trasduttore può inviare
diversi segnali e, quindi, è in grado di rilevare simultaneamente più movimenti.
La pompa e il distributore sono componenti standard che si differenziano solo per la
presenza di un modulo elettronico con uscita CANBus; si tratta quindi di prodotti
lungamente testati ed affidabili. Non solo: la centralina elettronica integra funzioni
avanzate di autodiagnosi, che semplificano la ricerca dei guasti e gli interventi di
manutenzione.
Dieci ragioni per scegliere Canbio
I benefici dellutilizzo della tecnologia CANBus su una pressa ad iniezione
possono essere così riassunti:
- semplificazione dellelettronica di comando, con ununica CPU che
controlla sia linterfaccia utente, sia il ciclo macchina;
- si può utilizzare un PC industriale standard;
- eliminazione di tutte le schede analogico/digitale e digitale/analogico tra il
sistema di controllo, i sensori ed i componenti oleodinamici;
- possibilità di collegare ulteriori periferiche senza sovraccaricare
lunità di controllo;
- trasferimento di alcune funzioni di controllo (pressioni ed anelli chiusi)
direttamente ai dispositivi (pompe e distributori), migliorando lefficienza del
sistema;
- trasmissione diretta del segnale di post-pressione di iniezione direttamente dal
trasduttore alla pompa;
- presenza di soli due trasduttori al posto dei 5 tradizionali;
- eliminazione di cavi e connessioni elettriche;
- autodiagnosi semplificata, dato che ogni componente è in grado di comunicare
allunità di comando il proprio stato di funzionamento;
- semplificazione delle operazioni di settaggio.
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Altre innovazioni
Il protocollo CANBus è senza dubbio la principale novità della serie Canbio, ma non
è lunica. E stato introdotto un cilindro bimetallico, il passaggio tra le
colonne adesso è rettangolare e viene fornita di serie la regolazione automatica dello
stampo. Le nuove presse adottano anche tubi oleodinamici flessibili, muniti di speciali
guarnizioni, che riducono le perdite dolio ed eliminano i pericolosi "colpi
dariete". Nel progettare la nuova serie si è pensato anche alla modularità,
estesa rispetto alla precedente NB2: sono infatti presenti 6 diversi gruppi di chiusura ed
altrettanti gruppi di iniezione, che possono essere combinati dando luogo a 16 diverse
combinazioni. Per allargare ulteriormente le possibilità di utilizzo, Negri Bossi
fornisce su richiesta i gruppi di plastificazione e le viti della Spirex, che consentono
di operare con diverse capacità senza dover sovradimensionare il gruppo diniezione.
Nel complesso le macchine sono più "pulite", razionali, pur mantenendo molte
delle caratteristiche della serie precedente. Con le Canbio, Negri Bossi ha dimostrato
ancora una volta di essere capace di innovare badando al sodo, di avere il coraggio di
imboccare strade nuove senza la smania di dover stupire a tutti costi e, soprattutto,
senza scaricare i relativi costi sui propri clienti.
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