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Materie Plastiche
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Auto
Il poliuretano si scopre "naturale"
Poliuretano rinforzato con fibre naturali viene impiegato per la produzione di
pannelli porta, ripiani e supporti plancia, applicazioni che dimostrano la vitalità di
questo polimero nellindustria automobilistica. In poliuretano anche i paraurti
"salvapedone", capaci di ridurre le lesioni in caso dinvestimento.
Di Francesco Calato
Nel settore automobilistico si ritrovano tutte le "complessità" che
caratterizzano limpiego delle materie plastiche in ambito industriale. Non esiste
una famiglia polimerica assolutamente predominante; le scelte applicative non sempre
sembrano convergere verso soluzioni monomateriche, nonostante le buone intenzioni espresse
dai costruttori; la rapida evoluzione tecnologica, volta a ridurre peso e costi di
produzione, riporta in auge materiali tradizionali e non sempre favorisce i tecnopolimeri
di ultima generazione. Alla base di queste scelte vi sono certamente motivazioni di natura
tecnica (diverse sono le richieste di un pezzo sottocofano rispetto ad un pannello di
rivestimento), ma giocano talvolta anche fattori emotivi (la discriminazione del PVC è un
buon esempio) e, più spesso, ragioni economiche.
La riscoperta del poliuretano
Un esempio della vitalità delle plastiche in questo settore è limpiego del
poliuretano, un materiale che, pur non essendo lultimo arrivato, sta trovando nuove
applicazioni in sostituzione di altri più blasonati polimeri. Particolarmente attiva in
questo campo è Bayer, che recentemente ha messo a punto per Mercedes un prototipo di
pannello porta in PUR rinforzato con mat di fibre di naturali (lino e sisal). Il pannello
è destinato alla nuova Classe S della Mercedes Benz , ma sono in fase di sviluppo
soluzioni simili per vetture che usciranno nei prossimi mesi. Il principale beneficio è
il ridotto peso: una serie di quattro pannelli, quindi un set completo per lauto,
pesa circa 2,8 kg, contro i 4-6 kg delle soluzioni tradizionali. Questo materiale si
presta anche ad ulteriori applicazioni, per esempio il ripiano posteriore e il supporto
della plancia portastrumenti.
In collaborazione con la consociata Hennecke, Bayer ha anche sviluppato un processo
produttivo, denominato NafpurTec, che come ci spiega Gianfranco Zanella della
divisione PU di Bayer Italia consente di realizzare particolari con spessori di
parete tra 1,5 e 2 mm (in funzione del peso superficiale del mat impiegato) e, quindi,
ottenere prodotti finiti con un peso superficiale tra 1.200 e 1.600 g/m2 con un contenuto
di fibra naturale compreso tra il 50 e 65 % in peso. Ciò significa una riduzione di peso,
sul particolare finito, che può arrivare fino al 45%.
Caratteristiche meccaniche di elementi in Baypreg e fibra naturale
Mat di fibra naturale |
Lino/Sisal 50:50 |
Peso del mat (g/m²) |
800 |
Peso del particolare (g/m²) |
1400 |
Quota di Baypreg (%) |
45 |
Spessore di parete (mm) |
1,8 |
Modulo di flessione E DIN 53423 (Mpa) |
3500 |
Resistenza alla flessione DIN 53423 (Mpa) |
20 |
Resilienza DIN 53453 (kJ/m²) |
15 |
Grado di umidità (%) |
< 2,5 |
Coefficiente di dilatazione termica DIN 53752 (m/m.K) |
< 20 . 10-6 |
Fogging (Metodo B) DIN 75201 (mg) |
< 1,0 |
"In passato, i prodotti rinforzati con fibre naturali venivano spesso considerati
più che altro un fenomeno transitorio aggiunge Zanella Anche gli scettici
devono oggi riconoscere che questi prodotti, se lavorati e utilizzati correttamente, hanno
tutte le carte in regola per occupare un loro posto nell'industria automobilistica".
Rispetto alle fibre di vetro, il rinforzo naturale offre alcuni vantaggi: costa e pesa di
meno, non pone problemi di sicurezza in fase di lavorazione, assicura prestazioni adeguate
per molte applicazioni (ovviamente non elementi strutturali), in particolare nella
produzione di elementi leggeri di alta qualità.
Pur essendo disponibili diverse soluzioni, Bayer si è orientata verso mat di fibra
naturale composti da una miscela di fibre lino e sisal, ognuna al 50%, ma sono in corso
ricerche anche su altre fibre. Il prodotto è fornito su bobine di larghezza variabile,
con un peso superficiale tra 700 e 1.200 g/m2. La resina poliuretanica utilizzata come
impregnante è il poliuretano Baypreg, prodotto da Bayer.
Il processo NafpurTec
Il successo di un materiale dipende in larga parte dalla relativa facilità ed
efficienza di trasformazione. Ben conscia di questo fatto, Bayer ha sviluppato un processo
razionale ed economico per la produzione di pezzi a partire da resina e bobine di mat
lino/sisal.
Il processo inizia con il precondizionamento del mat, al fine di contenere lumidità
sotto allo 0,5%, contro il 6-12% del materiale non trattato. Questa operazione, della
durata di 3-10 minuti, viene eseguita con temperature nellordine dei 105-110°C,
allo scopo di non stressare il materiale e, quindi, garantire la necessaria costanza
qualitativa.
Terminata la fase di essiccamento, il mat precondizionato viene tagliato nella lunghezza
necessaria, afferrato da un robot e trasportato in una cabina dove, con l'ausilio di teste
di miscelazione, viene spruzzato su entrambe le superfici con una miscela di Baypreg.
Lapplicazione su entrambi i lati garantisce la completa impregnazione del mat,
indispensabile per il successivo processo di pressatura. Per favorire una lavorazione
sicura e qualitativamente accettabile, l'applicazione viene eseguita con un impianto di
dosaggio ad alta pressione dotato di teste di miscelazione autopulenti.
Successivamente, la pinza robotizzata deposita la lastra di mat di fibra naturale,
umettata con il Baypreg, in uno stampo riscaldato che viene richiuso immediatamente. Il
processo di compressione dà inizio alla formatura del pezzo, mentre l'apporto di calore
nello stampo provoca la reazione mirata del sistema poliuretanico.
"Contrariamente ad altri procedimenti di lavorazione nota Zanella - il
materiale di rinforzo viene combinato con il sistema di poliuretano fuori dallo stampo; la
fase di stampaggio si risolve così in una semplice compressione".
Per quanto concerne gli stampi, essi devono essere in metallo, meglio se acciaio
oalluminio, poiché la forza di compressione necessaria è relativamente alta (200
250 t per un pannello porta con una superficie media di 0,6 m²) e la temperatura nello
stampo deve raggiungere i 130 °C; in tal modo si attiva il sistema autodistaccante del
Baypreg.
La forza di compressione varia, ovviamente, in funzione dello spessore del mat. Partendo
da un mat di 10 mm e volendo ottenere pezzi spessi 1,71,8 mm con superficie di 0,6
m2 (equivalente ad un pannello porta di media grandezza) sono necessarie almeno 150-200
tonnellate, un valore che tiene conto anche delle zone verticali presenti in questo genere
di componenti.
La lavorazione di Baypreg richiede temperature nello stampo di circa 130 °C. Grazie
alla temperatura elevata, in combinazione con una catalisi opportunamente bilanciata, è
possibile raggiungere tempi di formatura di soli 45 secondi, ma si pensa di poter
ulteriormente abbassare questa soglia fino a 30 secondi. Dopo l'apertura dello stampo, gli
elementi vengono estratti automaticamente e deposti su una dima di raffreddamento per
essere infine avviati alle post-lavorazioni (taglio, rifilatura ed accoppiamento).
L'accoppiamento di elementi con un contenuto di Baypreg inferiore al 45 % del peso del
prodotto finale può essere eseguito con l'ausilio del vuoto, mentre eventuali elementi di
fissaggio possono essere inseriti direttamente nello stampo e compressi insieme al pezzo
principale.
Paraurti "salvapedone"
Il pannello porta non è lunico asso nella manica del poliuretano. Sono in fase
di test anche paraurti sviluppati per ridurre, in caso dinvestimento, le lesioni al
ginocchio ed alle gambe dei pedoni, come richiesto dalla normativa comunitaria che
entrerà in vigore nei prossimi anni.
Il sistema messo a punto da Bayer prevede un rivestimento spesso 1,5-1,8 mm in poliuretano
Bayflex 180, rinforzato con fibre di vetro (tecnologia a parete sottile RRIM) e schiumato
sul retro con lespanso semirigido Bayfill EA ad elevato assorbimento denergia.
Grazie allelasticità del rivestimento, le sollecitazioni a cui viene sottoposta la
gamba del pedone sono comprese nei limiti ammessi dalla normativa UE; oltre a ciò, si
riducono le ammaccature del paraurti, frequenti in caso di incidenti di piccola entità.
Un altro interessante impiego del poliuretano è stato messo a punto da Lear- Strapazzini
Auto e Webasto. Si tratta di una nuova tendina parasole per tettucci apribili realizzata
in poliuretano e nido dape in carta; tale soluzione risolve un problema tipico di
questo componente, vale a dire limbarcamento dovuto agli sbalzi di temperatura. Da
citare anche un innovativo rivestimento del padiglione messo a punto per Volkswagen,
composto da uno strato di PU inserito tra due strati di carta, successivamente applicato,
allinterno, al tetto in metallo del veicolo. Si ottiene così un elevato isolamento
acustico e termico dellabitacolo, senza sacrificare la leggerezza; inoltre, grazie a
processi di laminazione in continuo, questa soluzione si presta senza problemi alla
produzione di serie.
Vi sono poi numerosi componenti non a vista. "Complessivamente, considerando una
vettura da una tonnellata, circa il 10% del peso è costituito da materiali polimerici
(escludendo gli pneumatici) spiega Zanella - e tra questi, il 12-15% è
poliuretano, per un totale di circa 12 kg. Le sole imbottiture arrivano a pesare 8-9 kg,
poi ci sono i sottotappeti, lisolamento del padiglione, plancia portastrumenti,
volante; se aggiungiamo anche i paraurti tocchiamo facilmente i 20 kg".
Riciclato, ma nellauto
Il poliuretano viene spesso tacciato di essere un materiale difficile
da riciclare. "Non è affatto vero ribatte Zanella il 70% del
poliuretano contenuto in unauto è costituito dalle imbottiture dei sedili e dal
1960 queste vengono sminuzzate e trasformate in un agglomerato riutilizzato per produrre,
ad esempio, sottotappeti e pannelli di coibentazione del vano bagagliaio".
Per favorire il riciclaggio del poliuretano, Bayer ha perfezionato tecniche di smaltimento
che comprendono diverse opzioni: stampaggio a pressione elevata di scarti di PU RIM
macinati; processo di glicolisi (per esempio la trasformazione di paraurti in condotti
dellaria); stampaggio per compressione ed adesivizzazione di cascami di espanso
rigido macinati con impiego di MDI polimerico (dal padiglione alla cappelliera);
incorporamento di materiale in polvere, ottenuto dalla macinazione di fiocchi in espanso
flessibile e aggiunta della polvere al poliolo di una miscela di reazione.
Oltre a ciò, è possibile anche utilizzare gli scarti, in particolare espansi flessibili,
in processi di termodistruzione con recupero di energia, una soluzione poco amata in
Italia, ma sicuramente di grande efficacia tecnica ed economica.
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