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PoliammidiSul filo della corrente
Di Giancarlo Nazari Prima metà degli anni '30: gli Stati Uniti si stanno lentamente riprendendo da una
gravissima crisi economica e industriale, ma già pensano al futuro. Nei laboratori di
ricerca del colosso chimico DuPont de Nemours, ad esempio, si sta mettendo a punto una
resina destinata a segnare una tappa decisiva nella storia della chimica macromolecolare.
A guidare il team di ricercatori un brillante laureato di Harward, Wallace Hume Carothers. Furono comunque gli americani a stabilire il criterio di denominazione dei nuovi materiali: una cifra, o un gruppo di cifre, in base al numero di atomi di carbonio dei costituenti fondamentali della catena molecolare. Il Nylon 6.6, per esempio, deve il suo nome al fatto di essere ottenuto dalla reazione dell'esametilendiammina con l'acido adipico (il primo "6" indica il numero di atomi di carbonio della diammina, il secondo quello degli atomi di carbonio dell'acido adipico), il Nylon 6.10 deve il primo "6" ancora all'esametilendiammina, il "10" all'acido sebacico.
TABELLA 1
Proprietà delle resine poliammidiche offerte dalla Bayer
La natura dei costituenti influisce sulle caratteristiche di base dei diversi tipi: ad
esempio, la poliammide 6.6 presenta buone proprietà meccaniche e di resistenza all'usura
e al calore, la poliammide 6 è ancora più elastica e resiliente, ma le sue prestazioni
meccaniche sono meno soddisfacenti. Infine, la poliammide 6.10 ha caratteristiche
meccaniche e termiche simili alla precedente pur essendo decisamente meno igroscopica.
Tutte, in ogni modo, subiscono un più o meno accentuato decadimento delle caratteristiche
meccaniche alle alte temperature.
Le proprietà del nylonSotto il profilo applicativo, le resine poliammidiche hanno un aspetto untuoso e ceroso
che, comunque, non risulta sgradevole al tatto. Da esse si possono ricavare manufatti che
resistono ai solventi, agli oli, ai grassi, alle soluzioni saline e agli acidi diluiti,
oltre che resistenti all'usura e dotati di proprietà autolubrificanti. Apprezzate anche
le caratteristiche di resistenza meccanica, la rigidità, la stabilità dimensionale, le
caratteristiche estetiche e la lavorabilità anche quando è necessario ottenere parti
stampate di ridotto spessore.
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Polimero | Densità (g/cm3) |
Temperature in uso continuo (°C) | Temperatura di decomposizione (°C) |
Temperatura di autoaccensione (°C) | Calore di combustione Kj*Kg E-01 |
PA 6 | 1,13 | 120 |
300-350 |
450 |
32.000 |
HDPE | 0,96 | 100 |
340-400 |
350 |
46.500 |
PP | 0,91 | 100 |
330-410 |
400 |
46.000 |
PS | 1,05 | 80 |
300-400 |
490 |
42.000 |
ABS | 1,06 | 80 |
- |
480 |
36.000 |
SAN | 1,08 | 80 |
- |
455 |
- |
PVC | 1,4 | 60 |
200-300 |
455 |
20.000 |
PTFE | 2,2 | 300 |
510-540 |
580 |
4.500 |
PMMA | 1,18 | 95 |
170-300 |
450 |
26.000 |
PET | 1,34 | 130 |
285-305 |
480 |
21.500 |
PC | 1,2 | 100 |
350-400 |
- |
31.000 |
Vale la pena, a questo punto, di passare in rassegna i requisiti fondamentali che un
materiale deve possedere per poter essere utilizzato nel settore elettrico ed elettronico.
Le principali sono:
TABELLA 1
Indice di Ossigeno di alcuni materiali
Materiale | Indice di ossigeno (ASTM-D 2863) |
Poliammide 6 | 23 |
Polimetilmetacrilato (PMMA) | 17 |
Polietilene | 17-18 |
Polipropilene | 17-18 |
PP additivato con ritardanti di fiamma | 22 |
Polistirene | 18 |
Polistirene semiespanso additivato con rit. fiamma | 24 |
Poliuretano semiespanso additivato con rit. fiamma | 19 |
PET | 22 |
Policarbonato | 23 |
PVC plastificato | 21 |
PVC rigido | 40 |
Polietersolfone | 37 |
Polieterimmidi | 47 |
PTFE | 95 |
Gomma naturale | 17 |
Gomma sintetica (SBR) | 18 |
Cotone | 20 |
Lana | 24 |
Legno | 24 |
Pure importante è l'indice di tossicità dei fumi, ma qui emergono le contraddizioni dei
metodi standardizzati di laboratorio. Qualche tecnico burlone ha voluto misurare la
tossicità dei fumi emessi dalla purea di patate con il metodo prescritto negli USA
(NASA-USF), ed ha scoperto che essi sono due volte più tossici di quelli emessi dal PVC e
dai poliuretani. Scherzi a parte, i dati di laboratorio che si riferiscono all'LD50 (la
quantità di materiale necessaria per provocare la morte del 50% dei ratti esposti ai gas
di combustione) indicano che il nylon è addirittura più pericoloso del PVC e
dell'acrilonitrile. Che ne pensa Greenpeace?
Ovviamente, l'importanza di ciascuna di queste voci varia in funzione del tipo di
manufatto: ad esempio, esistono ampi margini di scelta per i particolari non sotto
tensione, come canaline portacavi, guaine, sistemi di distribuzione, involucri e carcasse
di utensili. Più oculata deve invece essere la scelta dei compound da utilizzare per la
fabbricazione di commutatori, relais, interruttori automatici (che devono resistere
all'arco e alle correnti striscianti), dei contatori (per i quali è richiesta
l'autoestinguenza), delle morsettiere (che devono superare la prova filo incandescente
oltre i 960°C e l'HDT i 135°C).
L'impiego delle poliammidi è condizionato anche dalla difficoltà di saldare vari
componenti mediante trattamento con aria calda e dalla scarsa compatibilità con gli altri
polimeri sintetici. In compenso, esse possono essere:
- trattate con i processi di induzione/saldatura elettromagnetica (il materiale diventa caldo quando sottoposto a campi di corrente alternata ad alta frequenza);
- sottoposte a processi di saldatura vibrazionale;
- unite mediante le tecniche a ultrasuoni: la società americana Syntek, ad esempio, ha assemblato i componenti in resina poliammidica utilizzati per la fabbricazione dei fari delle automobili.
La versatilità delle resine poliammidiche si manifesta in tutta la sua ampiezza nella
fabbricazione di manufatti che non richiedono operazioni aggiuntive di finitura.
Cominciamo dalle applicazioni domestiche: nelle teste di aspirazione dei moderni
aspirapolvere sono integrate numerose funzioni accessorie che tendono a renderle più
pesanti. Nello stesso tempo la maggiore lunghezza dei tubi di prolunga, e il conseguente
aumento del braccio di leva, sottopone questi elementi a severe sollecitazioni che
sconsigliano l'impiego del tradizionale ABS.
Il problema è stato risolto dalla Tek K.K. (una controllata della Toshiba) con l'adozione
di una resina poliammidica che ha superato i 10.000 cicli di prova (normalmente, i test si
limitano a 1.000 cicli). Data l'elevata resistenza alla trazione e all'urto di questo
tecnopolimero, il maggiore costo unitario del materiale è stato compensato riducendo lo
spessore delle pareti dei tubi, con evidenti vantaggi per la leggerezza e la
manovrabilità dell'aspirapolvere.
Le poliammidi vengono anche usate dalla Mercury Marine per le coperture dei sistemi di
avviamento a strappo di alcuni dei suoi motori fuoribordo. Inutile ricordare che questi
propulsori vengono utilizzati in ogni condizione di mare e di clima, dal freddo estremo al
caldo umido dei tropici, spesso in condizioni che non lasciano eccessivo spazio alla
delicatezza da parte degli utilizzatori. A questo si aggiunge il particolare
posizionamento del componente, che una volta fissato sul motore si trova internamente a
contatto con parti metalliche che possono raggiungere la temperatura di 130°C mentre,
all'esterno, è sottoposto all'aggressione da parte dell'acqua, dei combustibili, dei
lubrificanti e delle radiazioni UV.
Sono ancora i tecnopolimeri poliammidici a tenere campo negli impianti elettrici
domestici: ad esempio, la società tedesca Schupa-Elektro GmbH & Co. KG li utilizza
nelle prese di sicurezza contro eventuali dispersioni di corrente.
Vale la pena ricordare, a questo punto, che nelle prese inserite a filo in una parete, il
calore viene dissipato lentamente, tanto che alcune parti possono raggiungere la
temperatura di 100°C. Dopo una prolungata esposizione al calore, però, quasi tutti i
tecnopolimeri termoplastici cominciano a manifestare fenomeni di scorrimento plastico, e
le variazioni dimensionali provocate da questo fenomeno possono pregiudicare
l'affidabilità dell'interruttore di protezione con conseguenze che potrebbero anche
rivelarsi fatali.
Per eliminare questo rischio, Schupa utilizza una resina poliammidica antifiamma
rinforzata con il 35% di fibra di vetro fornita dalla DuPont, che mantiene inalterate
anche a caldo le forma e le caratteristiche iniziali permettendo a tutti i componenti di
mantenere la loro capacità funzionale in ogni condizione operativa. Nell'interruttore
della Schupa-Elektro alcune molle in tensione tengono perfettamente allineato l'attuatore
nella posizione di stand-by, in modo tale da poter rispondere immediatamente al segnale di
accensione. Il meccanismo è composto da un pezzo complesso realizzato stampando a
iniezione la resina poliammidica nel quale sono alloggiate le molle dell'attuatore. Per
questo speciale impiego DuPont ha messo a punto una poliammidica speciale che oltre a
resistere alla deformazione fino alla temperatura di 260°C (con picchi fino a 300 °C)
presenta un basso coefficiente di espansione termica e ridotta igroscopicità.
L'elevata stabilità dimensionale di questo materiale, la rigidità e le proprietà di
scorrimento permettono di ottenere pezzi con spessori molto ridotti, consentendone
l'impiego in altre difficili applicazioni nel settore elettrico ed elettronico, come per
esempio componenti di trasformatori, alloggiamenti di spine, bobine, componenti SMT,
incapsulazioni, portafusibili e portasensori.
Un'altra poliammidica autoestinguente di DuPont rinforzata con minerali e fibra di
vetro, viene impiegata dalla società tedesca Feltern & Guilleaume Energietechnik AG
per la parte inferiore di un interruttore per la messa a terra che interrompe il flusso di
corrente quando qualcuno entra in contatto diretto con le parti sotto tensione.
Le poliammidi sono facilmente metallizzabili: ne ha approfittato un importante produttore
di riflettori che le utilizza per molti dei suoi manufatti.
Non meno importanti le applicazioni in campo elettronico. La Data-Disk Technology Inc.
di Sterling (Virginia, USA) ha infatti studiato una piastrina di riconoscimento destinata
alle forze armate americane che affida a una resina poliammidica rinforzata con fibra di
vetro il compito di proteggere il microchip da 20 Mb di memoria e il circuito integrato.
Il sistema, che potrebbe presto sostituire la tradizionale medaglietta in metallo, può
memorizzare informazioni di vario tipo, ad esempio l'anamnesi completa del soggetto, il
risultato degli esami radiografici, l'eventuale sensibilità allergica nei confronti di
determinati farmaci, le condizioni della dentatura, eccetera. Il personale medico potrà
leggere e aggiornare il Medi-Tag in ogni parte del mondo, sia sul campo che in ospedale,
inserendolo in un normale lettore PCMCIA collegato a un personal computer.
Anche per questa applicazione è stata la DuPont a mettere a punto una particolare
poliammide 6.12 in grado di riempire lo stampo lentamente e a bassa pressione, evitando
così il rischio di danni ai delicati circuiti elettronici inclusi nella resina e
garantendo la massima compatibilità con gli altri materiali presenti nella piastrina.
L'involucro, ermeticamente sigillato ed impenetrabile alla polvere e ai liquidi, assicura
la massima protezione agli urti, all'abrasione e (cortesia nei confronti delle soldatesse)
all'eventuale attacco chimico dei componenti le creme di bellezza e degli oli per la
pelle.
Infine, il settore della telefonia mobile, che vede un continuo aumento del numero degli
abbonati. Un importante operatore del ramo, ad esempio, stima in 200 milioni di pezzi i
telefoni mobili venduti in tutto il mondo nel solo 1999.
Le antenne, un componente fondamentale di questi apparecchi, diventano sempre più
sofisticate, e la società svedese Allgon (che produce oltre il 40% delle antenne usate in
tutto il mondo nei telefoni mobili) ha sviluppato un sistema consistente in un conduttore
avvolto su un supporto montato direttamente sullo chassis dell'apparecchio.
Per migliorare la ricezione in radiofrequenza e l'affidabilità, molte antenne adottano
anche un radiatore composto da un conduttore metallico ricoperto di plastica, con la parte
terminale arrotondata per motivi di sicurezza. Qui Allgon usa una resina poliammidica,
scelta per le ottime proprietà meccaniche, la buona lavorabilità in grandi volumi e la
possibilità di stampaggio a bassa temperatura perché il calore eccessivo potrebbe
fondere il conduttore o alterarne le caratteristiche elettriche.